Tutti abbiamo capito che i motori finanziari di HeatTurn sono senza dubbio la vendita dei filmati e le puntate sugli incontri ma se non ci fossero loro, santi condottieri dell’audio-video, chi potrebbe mai vedere con i propri occhi qual è la vera faccia del più grande fight club d’Italia? Denominati come i “Direttori d’Orchestra”, i videomakers di HeatTurn, svolgono un compito delicatissimo. Questo regno non è fatto solo di uomini e donne che si scontrano in un luogo segreto. Sono contatto, colpi, spari, dolore, vittoria e onore. Grazie a questi affermati professionisti che scendono in campo, possiamo gustare una duplice avventura di coraggio umano e i protagonisti sono coloro che hanno scelto di combattere al fianco di chi invece ha deciso di raccontare. A tal proposito passiamo la palla a Master Ojos uno dei migliori organizzatori delle squadre video di HeatTurn.
Staff – “Cosa pensi del tuo mestiere?”
Master Ojos – “È divertente, complesso e spesso molto rischioso. HeatTurn è un fight club atipico e fuori dagli schemi. In diversi paesi del mondo sono sempre esistiti circoli di combattimenti in cui scommettere sul quotato vincitore e qui fortunatamente, il discorso cambia. Se nel primo caso pochi interessati si incontrano in luoghi isolati ad assistere a un match clandestino e lontano dalla legge, con HeatTurn ci troviamo in un vero e proprio circuito a livello nazionale in grado di portati direttamente il prodotto a casa tua ed è questo il nostro scopo.”
Staff – “Sappiamo che sei uno dei più quotati team leader nel ramo video di HeatTurn. Come imposti il lavoro con la tua squadra?”
M.O. – “È importantissimo conoscere esattamente a quale tipo di scontro sono destinati i nostri HeatTurners, cioè i combattenti. Se è un match con mazze di legno o acciaio oppure una sfida di Caccia con le nostre armi modificate. Più di tutto dobbiamo sapere, dell’incontro preso in esame, il suo grado di calore, se sarà uno scontro di 100 °C oppure 70 °C se non 50°C. Tutto verte su questo dato, per decidere il numero di macchine impiegate nella ripresa, distanze da mantenere e montaggio in fase finale. Giriamo sempre in multicamera per non perdere un solo istante del combattimento e ricordiamoci che il grado di calore determina il prezzo, nonché la sua spettacolarità.”
Staff – “Voi non conoscete l’identità degli HeatTurners e non li vedete mai senza maschera se non sbaglio. Cosa sapete esattamente di loro?”
M.O. – “Solo l’essenziale. Nemmeno loro ci vedono mai senza un passamontagna sul volto. L’anonimato è una regola molto importante di HeatTurn. Le cifre incassate dai vincitori, sono un segreto per noi videomaker. L’unica certezza è che se il filmato da realizzare, sarà venduto a caro prezzo oppure combatteranno degli HeatTurners assai quotati per gli scommettitori, si tratterà appunto di un scontro a 100 °C e agiremo di conseguenza.”
Staff – “Dalla tua esperienza quali sono gli aspetti emotivi che più ti colpiscono degli HeatTurners, per ottenere con la tua squadra un prodotto eccezionale?”
M.O. – “Di base, i Talent Scout e i Maestri di combattimento, ci consegnano un minuzioso prospetto su ogni singolo HeatTurner. Quale tipo di allenamento ha seguito, in cosa si è specializzato, qual è il suo livello di preparazione. Detto in breve quanto picchia duro nelle sfide e fino a qui pianifichiamo tutta la parte tecnica, poi sta a noi saper narrare una storia con il linguaggio giusto. In passato ho lavorato in svariate produzioni audiovisive, cortometraggi, videoclip musicali, documentari e ogni volta con un metodo nuovo. A HeatTurn se credete di vedere due sfidanti agire davanti a una telecamera ferma su un cavalletto vi sbagliate di grosso. Le immagini devono seguire i protagonisti, muoversi di pari passo, trasmettere al pubblico le medesime emozioni, le paure, la stessa adrenalina che divoriamo noi dal vivo. Un errore di ripresa sul set può essere fatale quando in montaggio finalizziamo la cosiddetta anima del match. Detto questo non è facile interpretare i lati umani di nessuno dei combattenti visto che di loro abbiamo solo i dati sulla preparazione atletica. Tra le mie passioni ci sono la fotografia e la letteratura, adoro scrivere racconti con trame e personaggi complessi e anche a HeatTurn voglio far emergere fin dove mi è possibile delle storie umane.”
Staff – “Se non sapete comunque nulla di personale sugli HeatTurners, in che modo fate emergere la loro storia?”
M.O. – “È proprio questa la nostra sfida. Dall’inquadratura, da quanto gli andiamo vicino, a come monteremo le immagini più forti, proviamo a esprimere il nostro pensiero, senza storpiare il video, di andare oltre i parametri tecnici di cui vi ho parlato finora. Per intenderci quando un combattente colpisce o spara con una certa foga, evidenziamo non solo l’azione, visibile già a chiunque, bensì la forza con cui ha compiuto il gesto. Non essendo un’opera di finzione nella quale possiamo provare e riprovare, è un’impresa difficilissima e quando va in porto, è un grande trionfo. A HeatTurn è tutto molto veloce e diretto, immortalare questi momenti delle persone coinvolte aiuta a far emergere tanti aspetti della loro personalità. Gli utenti possono allora provare a immaginare chi c’è sotto la maschera, immedesimarsi, eccitarsi nel vedere e rivedere quello che non potrebbero cogliere in un primo momento a occhio nudo. Non escludiamo nessun tipo di tecnologia e sperimentiamo il più possibile. Arriviamo ad attaccare, specie nella Caccia, sport cams di ogni tipo sulle spalle degli sfidanti, per dare l’impressione di vivere l’esperienza in soggettiva. I clienti vanno matti per queste cose.”
Staff – “Si capisce che durante gli scontri c’è foga e determinazione, è mai capitato di dover interrompere le riprese o fermare un match perché stava per succedere qualcosa di veramente brutto? Oppure bloccare qualche concorrente che ha esagerato?”
M.O. – “Assolutamente no e guai se dovesse accadere! Tutti gli HeatTurners, uomini e donne, giovani e anziani, sono stati addestrati per combattere con vigore e rispettare il primo fondamento di HeatTurn: nessuno deve mai morire! Non si escludono incidenti talvolta cruenti, ma mai letali. Per bloccare nei tempi giusti le azioni più dure, ci sono i Clementi, figure professionali apposite che sanno quando intervenire. Noi cominciamo a filmare nel momento in cui i concorrenti impugnano le loro armi e finiamo quando uno dei due è al suolo dolorante. Il filmato deve essere lo specchio assoluto della realtà. Quello che succede dopo non fa più parte dello spettacolo richiesto e gli sfidanti che necessitano cure, saranno seguiti dai Paramedici di HeatTurn.”
Staff – “Dunque sono i clienti a voler filmati particolarmente crudi? Quali sono le categorie più richieste?”
M.O. – “Ce ne sono di ogni tipo e a HeatTurn, dovreste chiederlo direttamente a loro, fare una statistica ora a freddo direi che è impossibile. Non sempre si cercano immagini violente anzi, vengono privilegiati gli scontri più tecnici e con colpi di scena esclusivi, in ogni caso si spende sempre volentieri su tutto ciò che è molto estremo, senza sfociare per forza nel sangue. Insomma non siamo più nell’Antica Roma, siamo a HeatTurn (ride).
Staff – “Prima della violenza si ricerca quindi la realtà?”
M.O. – “Quello che emerge è che i nostri utenti hanno gusti marcatamente personali, quello che è chiaro però è che non vogliono visionare solo uno scontro. Vogliono l’autenticità dei fatti, il dolore e la vittoria, vogliono evadere e impressionarsi… vogliono tutto ciò che è ultra reale. Se dovesse per un solo secondo emergere il minimo presentimento che gli incontri siano stati costruiti a tavolino sarebbe l’inizio della fine.”
Staff – “Che precauzione prendete nelle Heat Towns?”
M.O. – “Hai detto bene! Per le Heat Towns c’è un discorso a parte, un regolamento se così si può chiamare, tutto suo. Nelle cosidette città del calore le sfide bruciano come il fuoco e farsi trovare nei dintorni degli scontri è parecchio pericoloso per la troupe, specie se siamo poi concentrati a fare un buon lavoro. I Combattimenti e le battute di Caccia vengono stravolte fino a infrangere alcuni dei punti più importanti dello Statuto e questo già la dice lunga. Le regole stabilite prima perdono di valore e non è possibile essere fisicamente presenti. Ci serviamo esclusivamente di sport cams, droni e camere fisse controllate a distanza, di più non si può fare. Non ci sono neanche i Clementi presenti nei Quartieri Labirinto in cui tutto è possibile. Ovviamente non giudichiamo ne censuriamo nulla. La nostra missione rimane quella di raccontare in tutta la sua nuda e cruda potenza!”
Staff – “In mezzo a tutte queste emozioni, questi istinti, non ti è mai capitato di volerti allontanare da HeatTurn?”
M.O. – “Bella domanda… al momento no. Il mondo è pieno di storie e realtà da scoprire. Un pubblico in continua evoluzione al quale rivolgersi non manca mai e al di là del compenso economico e della stabilità del lavoro, credo che HeatTurn offra degli spunti interessanti. Certo non è usuale ritrovarsi in un contesto del genere e tante volte riflettiamo su cosa accade nel nostro impiego e nelle nostre vite. Ci arricchiamo di immagini e ricordi da condividere, altri da dimenticare ma restiamo io e i mei fedeli colleghi, concentrati su un unico obiettivo, mostrare e narrare… lo so, è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo (sorride).
Staff – “Hai mai pensato di realizzare un documentario su HeatTurn? Più che a 100 °C, a 360 °C?”
M.O. – “Più di una volta e tante sono le idee sul piatto credimi.”
ATTENZIONE: per una questione di privacy non mostriamo i veri concorrenti di HeatTurn né i membri del suo staff ma solo foto di riferimento all’argomento trattato. Le immagini sono state modificate esclusivamente per questo sito.
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