“…e le sfumature eterne”
Tutte le sere Marta e Andrea correvano a guardare la scia blu. Ogni volta che sfrecciava, illuminava il cielo con riflessi meravigliosi. Per l’intera durata del volo, si sentivano come le creature di un pianeta magico, persino l’aria diventava leggermente calda in inverno e rinfrescante in estate.
Chiesero in giro per il paese se qualcuno l’avesse mai vista. Nessuno ne sapeva nulla e neanche cercarono d’immortalarla attraverso cellulari o invitando amici e parenti perché ad ogni tentativo del genere, lei non si mostrava.
Si accorsero quasi per caso che più stringevano i palmi l’uno contro l’altro e più la scia viaggiava veloce e se cominciavano a giocare con le dita, ruotava su sé stessa componendo grandi fasci di luce colorata. Soltanto interrompendo il loro piccolo abbraccio, lei scompariva.
Col passare del tempo Marta e Andrea non tornarono tutte le sere a cercarla ma sapevano che sarebbe stata sempre pronta a farsi vedere. Quando volevano rilassarsi, quando non avevano grossi impegni, ma soprattutto nei momenti difficili, perché unendo le mani e ritrovando l’amore, la scia gli ricordava di essere unici finché sarebbero rimasti insieme.
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