Ce lo siamo chiesto in tanti all’interno del più fottuto Fight Club del mondo, forse anche troppe volte… chi cazzo è Jack Worldness!?
Sappiamo che collabora in sordina con HeatTurn, non è nell’organizzazione dei giochi né tanto meno nell’amministrazione del grano, dunque che cosa cazzo farà mai? Cerca di fare l’autore? Certamente… ma perchè?
Partiamo dal fatto che in passato è stato l’ideatore e produttore di progetti difficili, sicuramente interessanti, malauguratamente sfigati.
Per molte persone uno dei giorni più belli della loro vita è quando si sposano o quando nascono i propri pargoli, c’è chi il filmato preferisce farselo da solo, chi contatta degli amici chi invece dei professionisti per concentrarsi sull’evento e ottenere poi un prodotto di alto livello artistico. In tempi di smartphone e social network dove privati e aziende possono comunicare e postare filmati in un batter d’occhio, non è facile imporsi sul mercato fottutamente affollato.
Jack Worldness propose un’alternativa col fine di andare oltre il giorno fatidico o la classica cerimonia. Un’esperienza molto “intima” priva freni o censure e lo chiamò “Reality Service”. Chiunque poteva appoggiarsi al suo aiuto per essere immortalato in un qualsiasi istante della propria vita quotidiana. Non c’era una durata o una scelta particolare dei contenuti, veniva stilato un preventivo e si accettavano le condizioni di un contratto. L’operatore o più di uno se vi era la necessità, avrebbero filmato ciò che richiedeva il cliente senza interruzioni né giudizio. A riprese concluse avrebbero montato il girato e consegnato l’opera, per quanto semplice, l’idea risultava fottutamente geniale e divertente.
C’è chi desiderava una giornata al parco con i bimbi, chi un micro documentario sul suo orto, altri una festa di addio al celibato, trucchi artistici, cucina e backstage, insomma il lavoro non mancava pur cercando di sopravvivere alla concorrenza di prodotti simili.
Tutto si svolgeva sotto un rigido rispetto della privacy, soltanto Worldness conosceva il contenuto dei filmati e ad accordi presi, vigeva il segreto professionale. Worldness non avrebbe mai divulgato in nessuna maniera i video, li avrebbe conservati in un archivio personale e gli acquirenti potevano una volta saldato il conto fare dell’opera ciò che desideravano. Nulla di complicato fino a quando le cose cominciarono a degenerare nella maniera fottutamente più merdosa e vi spiego pure il motivo amici.
Un filmato riguardante un episodio della mia fottuta vita dove posso fare quello che mi pare senza che nessuno mi dica un cazzo, secondo voi lo dedico a qualcosa di comune? No, certo che no! Quando siamo io, la mia donna, i miei amici e bla bla bla dotati di fotocamere e computer da fare invidia a uno studio cinematografico, ci mettiamo a contattare un tizio che neanche conosciamo per farci il filmatino della nostra vita? No, certo che no! Cerchiamo forse attenzioni in preda a qualche stronza sindrome da social protagonismo? No, certo che no! Beh in molti lo fanno, pur non brillando mai fino in fondo di coraggio e autenticità. Sono sui social e del resto dire o fare quello che mi piace in un momento di spiccata euforia interiore scatenerebbe casini inimmaginabili, poi godo di un parco “Amici” da quasi 5000 unità, ho un canale video e 10.000 followers sudati con grandi sforzi su chissà quale altra piattaforma, insomma meglio far trasparire solo alcune cose. Quelle che inconsciamente ho scelto per compiacere il mio pubblico virtuale o presunto tale. (chi cazzo conoscerà poi veramente tutti i followers o i social amici è un mistico mistero).
Ma se dovessimo invece compiere una missione “segreta”, chiamiamola così, dove so che nessuno ci metterà mai mano e sarò finalmente me stesso pensate che mi filmerò con un cellulare o chiamerò l’amico del cuore che potrebbe a sorpresa intralciare il percorso? Ancora una volta no… ed è sotto questo morboso e sperimentale punto di vista che s’incasinò forte il lavoro di Jack Worldness.
Scartati gli ingaggi sani tipo commemorazioni, feste e altre soft – idee, comparirono strani personaggi nella vita professionale del nostro stra sfigato Jack. Una coppia scatenata di sposini lo rifiutò qualche mese prima per il video matrimoniale ma lo reclutò nuovamente per una serata di scambismo estremo dove oltre a scopare tutti quanti insieme ci si frustava allegramente a sangue in una villa in cui erano addirittura ospiti. Il padrone di casa pare osservasse tutto da una stanza segreta e non comparì mai, si vociferava avesse passato i novant’anni e spiare glielo faceva drizzare ancora un pochino (cazzo che brividi… ). Nonostante l’ottimo servizio ebbero da ridire sul prezzo, tipico dei ricchi sfondati e pretesero inoltre la consegna del girato originale, cosa che Jack non permetteva praticamente mai. Non seppe più nulla di loro ma comparvero a ruota coppie e gruppi di persone che desideravano avere un private porno, con tanto di generi e categorie.
Una volta filmò un’orgia durante un party in piscina. Poco contava se alcuni dei partecipanti crollavano sotto l’effetto di droghe pesantissime o se non tutti digerivano determinate pratiche anzi, la regola del gioco era cristallina; disdegnare significava proporsi automaticamente come martire sessuale della serata, quindi era normale vedere cinque persone assatanate, saltare addosso a una sola e senza distinzione di sessi. Scendere in dettagli sexy – gore ragazzi ve lo sconsiglio a parte quello di un tizio che dopo aver sfogato svariate fantasie è rimasto a galleggiare a pancia in giù per quasi cinque minuti nella piscina. Tranquilli, nonostante non importasse un cazzo a nessuno, non era scappato il morto perché improvvisamente uscì correndo terrorizzato in strada completamente nudo, gridando di aver visto un Leviatano sul fondo. Deve essere stato poi investito da un camion.
Un atro caso assai inquietante riguardò un uomo di mezza età. Per tutto il tempo non parlò mai, neppure un colpo di tosse, si fece riprendere mentre assemblava con cura un fucile da caccia modificato da lui. Fece poi una dimostrazione in un bosco spaccando al primo colpo un tronco enorme. Quanto si cagò addosso Jack mentre andavano lungo un sentiero deserto e innevato è ancora oggi incalcolabile. Oltre al video sembrava che l’uomo stesse cercando un bersaglio umano da come scrutava meticolosamente l’area circostante e ogni tanto si voltava a guardarlo. Non tanto per controllare se stesse filmando perché non rivolgeva mai lo sguardo in camera, ma lo fissava per alcuni secondi dritto negli occhi. Per ogni albero a cui sparava, gli saliva un’allarmante bramosia e il ghigno tremendo che compariva sul suo volto gli azzerava le parvenze di un essere umano. Nonostante il rumore assordante del fucile non c’era anima viva per chilometri, erano fuori dal mondo e il cacciatore avrebbe potuto prendere due piccioni con una fava credetemi.
Nei giorni a seguire una giovane donna spacciò per un tutorial la sua richiesta, poi, una volta arrivato sul posto la faccenda prese in pochi minuti una brutta piega. L’appartamento era illuminato da 666 candele così disse la padrona. Tirò fuori delle foto da un cassetto, scattate durante una vacanza assieme a dei ragazzi. Erano tutti in gruppo e sorridevano, uno doveva essere l’ex fidanzato, in diverse foto la baciava, altri erano amici e amiche, poi di nuovo il suo ragazzo che la baciava teneramente, poi altri baci molto più intensi, poi ancora altri baci sempre più intensi, poi… altri baci ultra intensi ma questa volta con quasi tutte le ragazze del gruppo. Ritagliò via con accuratezza la sua immagine dalle foto e proseguì nella preparazione, tirò fuori dal frigo una bacinella contenente del sangue rappreso che stava accanto a dei resti di polli, forse piccioni fatti a pezzi. Cosparse il sangue di spezie e lo mescolò con una bacchetta di avorio. Bruciò le foto a fuoco lento poi le lasciò cadere nel sangue facendole spegnere. In quel momento parecchie candele si spensero e si riaccesero da sole. Quello che inquietava non erano le candele ma la filastrocca che Jack scoprì in fase di montaggio essere stata cantata dalla donna in sei lingue diverse perfettamente al contrario. Fu impossibile capirne il senso.
Due tizi si presentarono un giorno mascherati, affermando di impersonare gli strampalati personaggi di Tod & Bob per realizzare una web serie dall’ambiguo titolo di “They came for you!”. Esordirono con discorsi di vendetta di come si dovrebbe vivere nella società e altre stronzate del genere, si facevano seguire durante gli appostamenti e commentavano quello che avrebbero fatto, affilando senza sosta delle armi da taglio che portavano sempre appresso. Pur sembrando un incrocio mal riuscito tra dei rapinatori o peggio giustizieri sotto metanfetamine, una risata riuscivano a strapparla, ma presto cominciarono anche loro a fare paura. Si erano fissati su una famiglia, la spiavano di giorno e di notte fuori di casa, pedinavano a turno i membri e ne studiavano i movimenti. Decisero una sera di fare irruzione nell’abitazione e presero tutti in ostaggio. Nessuno rimase ferito ma scatenarono il terrore sfogandosi con ferocia isterica sull’arredo, qualsiasi oggetto gli capitasse a tiro veniva accoltellato fino alla disintegrazione… pure qui, vai a capire. Fortunatamente i vicini attirati dalle urla chiamarono la polizia che intervenne in pochissimo tempo. Tod e Bob finirono in galera con accuse molto pesanti e si scoprì in seguito che erano due disperati ai quali non era stato concesso un prestito dalla banca per mandare avanti il loro bar. L’uomo preso in ostaggio con la sua famiglia era naturalmente il direttore della banca. Jack Worldness dovette rispondere di favoreggiamento seppur mostrò tutte le carte in regola del proprio lavoro. Tra costosi avvocati e fottuti imprevisti burocratici, è inutile specificare che smise definitivamente con il Servizio di Realtà perché oltre ad essersi fatto la fama (negativa???) di videomaker dell’estremo finì invischiato per forza di cose in eventi surreali.
Fin dove la follia ce lo ha consentito questo è il resoconto: due teste di cazzo di ragazzini si gasarono, postando sul web dei filmati in cui elogiavano i nuovi acquisti; fucili in grado di far prendere il volo al cofano di un automobile con un solo proiettile. Rintracciati e messi sotto torchio dagl’investigatori si arrivò al venditore, l’uomo dal fucile “magico” scoperto per un soffio mentre trafficava armi sul Dark Web. Nonostante le difficoltà si riuscì a incastrarlo grazie al fatto che aveva un parco clienti internazionale. Nell’ultimo mese aveva donato i suoi bellissimi giocattoli a una donna sposata e con figli, ai due ragazzi neanche maggiorenni, a un politico e alcuni suoi stretti collaboratori, una coppia di clochard marito e moglie che nascondevano in realtà beni di ogni tipo, una rockstar di fama mondiale. Perché avessero stravisto per delle armi così devastanti non fu reso noto.
Proseguendo, qualcuno nel gruppo degli allegri scambisti diffuse sempre nella rete oscura, i private porno realizzati da Worldness al fine di sputtanare la carriera di alcuni “membri” della serata. I lussuriosi filmatini dovevano arrivare agli alti vertici di società miliardarie, evidentemente per far fuori gli indesiderati negli affari (ricordate, dove girano troppi soldi muoiono troppi amici… vabbè semi cazzata). Lo scopo era anche quello di permettere a un vastissimo pubblico di acquistare i video e aumentare così il disastro. Il maligno traditore aveva ovviamente messo nomi e cognomi delle “star” interessate e per attirare migliaia di acquirenti, tutto era stato caricato (che sfiga!) nello stesso canale in cui erano presenti filmati di torture sessuali e altre sadiche tristezze che vi lascio soltanto immaginare.
Un gruppo di giovani fu invece ricoverato d’urgenza in terapia intensiva intossicati dopo aver bevuto sangue fresco di animali infetti. Ad oggi, nonostante abbiano sfiorato la morte e convivano con irreversibili danni gastrointestinali, nessuno di loro ricorda di aver fatto una cazzata simile. Durante le indagini per scoprire se fosse esistito a questo punto un avvelenatore nel gruppo, saltò fuori il nome dell’unica ragazza assente immortalata nel video di Worldness. L’operazione, nominata “le 666 candele”, non portò a nulla, l’appartamento fu trovato completamente vuoto. I vicini non ricordano nessun dettaglio della ragazza che abitava lì dentro e il padrone dice di aver affittato tempo fa solo a due giovani studenti.
Ted & Bob a sorpresa si ritrovarono con un esercito di fan che raccoglievano fondi per pagare tutto ciò che necessitavano in prigione in attesa del loro ritorno. C’è chi sostiene che vi sia un’associazione segreta di vendicatori nata per accoglierli e rieducarli, pronta ad operare in tutto il paese contro soprusi, ritardi della giustizia e questioni molto delicate in cui è più logico operare con il classico fai da te. Il rischio emulatori resta altissimo ma che merita osservazione pare sia proprio questa agenzia segreta semmai dovesse esistere.
Insomma questi sono solo alcuni dei bizzarri personaggi che hanno involontariamente sputtanato la carriera del povero Jack, ma mentre in parecchi l’hanno additato come il regista del diavolo altri l’hanno visto come una star rivoluzionaria e questo gli ha dato abbastanza speranza per partorire un’altra idea a dir poco letale. Tornato sulla piazza, creò il “One Bilion Points” e quindi fottuti amici… continua!
(NOTA: i personaggi presenti sono realmente esistiti, non tutti hanno avuto a che fare direttamente con HeatTurn, ad alcuni di loro verrà dedicato un articolo.)
ATTENZIONE:Le immagini sono state modificate esclusivamente per questo sito.
Fonte originale dall'alto:
© Jack Worldness/HeatTurn (Heat Glance)
© Dario Lo Presti/Fotolia (Reportage)
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