“Non bevo, non fumo e non mi drogo… non pago donne, non corro in macchina né gioco d’azzardo… non soffro di shopping compulsivo e non m’impasticco di psicofarmaci e quindi… IO COMBATTO!”
Torniamo a parlare di HeatTurn e funzioni sociali. Non troveremo mai nessuno agli angoli delle strade a distribuire volantini che spiegano come partecipare ai famigerati incontri e perché doverlo fare. Nemmeno questo sito se vogliamo essere sinceri è nato per questo scopo. Quindi HeatTurn è una costrizione o una necessità?
Non è facile rispondere e gli unici che possono farlo sono proprio i combattenti impegnati ogni santo giorno in diverse zone d’Italia. Tralasciando le loro motivazioni economiche e analizzando in questo breve articolo l’aspetto più eccentrico di HeatTurn, possiamo azzardare l’ipotesi che grazie a lui anche alcuni dei sentimenti più forti di rabbia repressa, possono in qualche modo trovare una via di sfogo. Ritmi frenetici sul lavoro, stress, rapporti interpersonali veloci e problematici, disordini sessuali, angosce sentimentali, desideri non corrisposti. Tutto questo si alterna con l’esatto opposto nella stessa società, come stabilità del lavoro, relazioni intime appaganti, rapporti duraturi, sogni realizzati.
Mentre cerchiamo con ansia di capire in questa società liquida dove si trova il sentiero giusto verso la felicità, l’insicurezza e la paura possono prendere il sopravvento lasciandoci spesso smarriti. Prendere una pausa riflessiva per meditare e dissipare le frustrazioni che ci annebbiano il cervello, è senza dubbio la scelta più sensata. Tutti ce la possono consigliare una pausa indicandoci magari una via di fuga ma nessuno può certo imporci quale.
ATTENZIONE: per una questione di privacy non mostriamo i veri concorrenti di HeatTurn né i membri del suo staff ma solo foto di riferimento all’argomento trattato. Le immagini sono state modificate esclusivamente per questo sito.
Fonte originale © YariK/Fotolia (fightnight 21)
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