Tra gli argomenti più bollenti ne frigge uno in particolare: “HeatTurn è legale?” Sicuro come la calura che emana, non è legalizzato né riconosciuto da nessuna parte nel nostro paese. Di fatto è un’associazione privata, costituita da persone che vivono al suo interno a tempo determinato. I professionisti che lavorano a HeatTurn sono considerati alla pari di un freelance, i clienti sono clienti che scelgono semplicemente come impiegare i loro soldi e i combattenti sono comuni persone che partecipano alle attività del circuito.
Definiamo quindi HeatTurn come una società autogestita con delle regole ben precise e delle pratiche che una volta messe in atto non possono approvarlo per ovvi motivi in nessun modo. Tenendo però presente che tutte le persone consenzienti e maggiorenni che di loro spontanea volontà decidono di farne parte, non può a sua volta (sempre in nessun modo!!!) essere vietato.
Considerati i ferrei controlli esercitati dallo staff investigativo di HeatTurn su ogni singolo individuo al suo interno, collaboratore o combattente che sia, non sono mai andati in porto sfruttamenti di nessun tipo in quanto il circuito stesso mette in atto nel più ampio rispetto della privacy, “operazioni di protezione” speciali per chi fosse stato indotto con la forza a partecipare. Tradotto in semplici parole il club si prende la briga di punire sfruttatori o criminali che speculano sulla sua attività.
Si direbbe che il tema della legalità e del suo permesso di esercitare sia alquanto strambo e ricco di controsensi anche se non dispiacerebbe trovare un domani nei profili di LinkedIn le voci: “Talent Scout presso HeatTurn” o “HeatTurner a tempo pieno”. Magari aprendo una partita IVA senza problemi di identità né pregiudizi e pagando chissà, persino le tasse. Che ne dite?
ATTENZIONE: per una questione di privacy non mostriamo i veri concorrenti di HeatTurn né i membri del suo staff ma solo foto di riferimento all’argomento trattato. Le immagini sono state modificate esclusivamente perquesto sito sito.
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